Giorgia Meloni risponde con ironia alle provocazioni di De Luca e difende il suo linguaggio diretto. Nel frattempo, il Papa sorprende con un gesto inatteso.
Una volta, ai tempi (per me ) gloriosi dell’Università, facoltà di Lettere della Sapienza di Roma, sono andato a un seminario di Carmelo Bene su Dino Campana. L’inizio fu sfolgorante, io non mi occupo di Campana Dino, disse Bene, quello è per la critica letteraria e la polizia.
Io mi occupo di Dino Campana, il poeta e l’uomo morto nella sofferenza della malattia mentale. Come vedete basta una semplice inversione linguistica per avere un totale cambio di prospettiva.
Veniamo ai nostri gironi e alla politica. La nostra Premier, lei preferisce essere chiamata Presidente del consiglio, ha addirittura sacrificato il cognome ( Meloni ) e ha detto: scrivete Giorgia sulla scheda per le europee.
Giorgia non è più una leader magari lontana, persa nel palazzo del Potere o dei Poteri, è una di noi, la vicina di casa, quella che si incontra al bar, al mercato, per strada.
E’ una del popolo. Mossa geniale elettoralmente, come al solito criticata con sprezzo, scelta “populista “ . Io invece direi “popolare “ e non è proprio la stessa cosa.
Andiamo avanti con Giorgia. Due giorni fa la premier è tornata a Caivano, quartiere di frontiera del napoletano dove l’estate scorsa promise un intervento non teorico dello Stato contro degrado, violenza e criminalità. Il Presidente della regione Campania De Luca, uno non tenero con gli avversari che tempo fa diede della stronza alla Meloni, era lì in prima fila ad accoglierla e lei lo ha salutato così: sono quella stronza della Meloni.
E giù critiche, la politica vola basso, i rappresentanti delle istituzioni non possono parlare in questo modo etc etc. Invece dico che Giorgia, senza Meloni, ha fatto bene, parla come ognuno di noi nella vita. Se uno ci da’ degli stronzi noi reagiamo. Ma il capolavoro della settimana lo ha fatto non un politico ma il leader spirituale dell’Occidente, il Papa.
Durante una seduta riservata sul tema dell’omosessualità dilagante nella Chiesa, il pontefice avrebbe detto: c’è già fin troppa frociaggine…espressione rubata e pubblicata certo non per fargli un favore ( diciamo che nella Chiesa c’è anche fin troppa attrazione per il potere ) tanto che Bergoglio ha dovuto scusarsi e respingere le accuse di omofobia.
Fatte soprattutto da coloro che hanno sempre apprezzato il suo progressismo contro il dogma . E che fa adesso il Papa, parla come Vannacci ( per un giorno superato nel politicamente scorretto )? La verità è che i grandi in privato parlano come tutti , sono come tutti e che ormai il discorso pubblico non è più quello distante della Corte, della Forma, della burocrazia. Volenti o nolenti anche il Vaticano è un pò più social e vicino a quei peccatori dei fedeli.
Concludo come ho iniziato, con un ricordo universitario. Il professore di Psicolinguistica ci fece un esempio all’inizio del corso. Disegnò una caverna con due uomini nostri antenati. La storia era che uno dei due voleva che l’altro uscisse, dopo aver acceso fuochi, danzato in modo aggressivo, urlato e ululato scoprì la parola e gli disse: esci. Il potere della parola!